Oltre la tristezza

Gv 16, 19-23

Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

Diario di santa Faustina, n. 1402 Dio nei Suoi imperscrutabili disegni spesso permette che proprio coloro che si sono sobbarcati alle più grandi fatiche per qualche opera, non godano dei frutti di quell’opera su questa terra. Dio conserva tutta la loro gioia per l’eternità, ma, nonostante tutto, qualche volta fa loro conoscere quanto Gli sono graditi i loro sforzi e quei momenti danno forza a quelle anime per nuove battaglie e nuove prove. Sono le anime che assomigliano maggiormente al Salvatore, il quale, nella Sua opera fondata sulla terra ha assaporato soltanto amarezza.

Meditazione

Gesù ha appena annunciato la Sua Passione e la tristezza scende nel cuore dei discepoli. I volti che la tristezza può assumere sono molti, come molti possono essere gli effetti sulle decisioni che il discepolo, davanti a un insuccesso, può prendere proprio sull’onda della tristezza che quell’insuccesso gli provoca. Sono momenti difficili: il buio avvolge l’orizzonte, la fede vacilla, il senso del cammino si offusca. Ma Gesù – proprio mentre annuncia la Sua Passione – lascia intendere che l’offuscamento della speranza è una dimensione reale del cammino di fede: «Voi sarete nella tristezza… ora, siete nel dolore». È una dimensione aperta alla luce («la vostra tristezza si cambierà in gioia»; «vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia»), ma è una dimensione dalla quale occorre lasciarsi avvolgere proprio per giungere alla meta luminosa della gioia. Santa suor Faustina ne parla con riferimento a quelle opere molto faticose da compiere, ma i cui frutti tardano ad arrivare o restano perfino invisibili. La tristezza può assumere, in questi casi, il volto dello scoraggiamento e può indurre ad abbandonare anche ciò che fu intrapreso con entusiasmo – un’opera di apostolato, una scelta vocazionale, un progetto di lavoro. In questi momenti, sembra dire santa suor Faustina, il cristiano può fare leva su almeno quattro consapevolezze: che la prova è permessa da Dio («Dio nei Suoi imperscrutabili disegni spesso permette…»); che l’invisibilità dei frutti non comporta in automatico la disapprovazione di Dio («Dio conserva tutta la loro gioia per l’eternità»); che eventuali segni di approvazione sono comunque uno stimolo per ulteriori combattimenti («quei momenti danno forza… per nuove battaglie e nuove prove»); che l’amarezza fa il discepolo simile al Maestro, «il quale», scrive santa suor Faustina, «nella Sua opera fondata sulla terra ha assaporato soltanto amarezza». Ciascuna di queste consapevolezze permette di stare in piedi nella prova e di viverla con un’altra consapevolezza: che uniti a Gesù ogni segno di apparente fallimento può essere sorprendentemente trasformato in una via che sfocia nella gioia.

Domande di riflessione

  1. Quali sono i fallimenti più cocenti che fino ad ora ho vissuto?
  2. Attraverso la prova come fosse un verdetto definitivo di fallimento o come “passaggio”?
  3. Come mi comporto davanti all’evidenza di un fallimento: mi unisco a Gesù o mi adagio nella tristezza?
  4. Quale, delle quattro consapevolezze elencate, sento più vicina o più lontana alla mia sensibilità?

Preghiere

  1. Perché nei momenti di prova, la Tua forza, Gesù riempia di speranza le persone sole. Preghiamo.
  2. Perché gli smarriti di cuore trovino, Gesù, la forza di invocare la Tua Misericordia. Preghiamo.
  3. Perché gli anziani e i malati fissino il loro sguardo, Gesù, sul Tuo Cuore misericordioso. Preghiamo. 
  4. Perché i giovani, alle prese con i primi fallimenti, trovino in Te, Gesù, la vera speranza. Preghiamo.

Segue la coroncina alla Divina Misericordia.