V domenica di Pasqua

“Io sono la vite, voi i tralci…” Meditare queste parole di Gesù sulla vite e i tralci, significa cogliere il rapporto che ci lega a lui nella sua dimensione più profonda: siamo vivi solo se uniti a lui, e solo così possiamo portare qualche frutto. “Senza di me non potete fare nulla”, dice Gesù.
Qual è il nostro compito di tralci? Giovanni ha un verbo particolare per esprimerlo: «rimanere»: rimanere uniti a Cristo che è la vite.

“Rimanete in me ed io in voi; Se non rimanete in me…; Chi rimane in me..”. Rimanere attaccati alla vite e rimanere in Cristo Gesù significa anzitutto non abbandonare gli impegni assunti con il Battesimo, non andarsene in paese lontano, come il figliol prodigo, ben sapendo però che ci si può staccare da Cristo tutto una volta, oppure con passi impercettibili che portano allo stesso effetto.

Rimanere in Cristo Gesù significa anche qualcosa di positivo e cioè rimanere «nel suo amore»; significa permettergli di amarci, di farci passare la sua «linfa» che è il suo Spirito, di lasciarci salvare dalla debolezza e dal peccato.Gesù insiste sull’urgenza di rimanere in lui facendoci intravedere le conseguenze fatali del distacco da lui. Il tralcio che non rimane unito alla vite si secca, non porta frutto, viene tagliato e gettato nel fuoco

Rimanere in Cristo significa rimanere nel suo amore, nella sua legge; talvolta significa rimanere nella croce, «perseverare con lui nella prova».

Il Signore Risorto ci invita a rimanere con Lui, ad abbandonare un po’ le nostre paure e le nostre difese, ad essere coraggiosi, a fare dell’intimità con Lui il luogo più vero della nostra persona e a sperimentare che solo Lui può saziare i desideri insaziabili della nostra vita. Questo è il cammino autentico per “diventare” discepoli.

Rivolgiamoci al Signore con fiducia in questa V domenica di Pasqua con le parole di santa Faustina, affinchè il Signore ci conceda la grazia di rimanere uniti a Lui per portare molto frutto:

Con la fiducia e la semplicità di un piccolo bimbo, mi affido a Te oggi, Signore Gesù, mio Maestro. Lascio a Te la completa libertà di guidare l’anima mia. Guidami per le strade che Tu voi; io non voglio conoscerle. Io verrò fiduciosa dietro a Te. Il Tuo Cuore misericordioso può tutto (Diario, 228).