Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 1-12)
Il Vangelo che la liturgia presenta al nostro ascolto orante, in questa solennità di tutti i Santi è il brano delle Beatitudini. Siamo al capitolo 5 del Vangelo secondo Matteo, il cosiddetto “discorso della montagna”, il primo lungo discorso di Gesù in Matteo. Gesù proclama la felicità piena per coloro che confidano in Dio: né la povertà né la sofferenza li possono toccare. Gesù annuncia una felicità, ma é una felicità paradossale che si concretizza nelle situazioni più difficili. Le beatitudini rivelano una novità, un nuovo modo di guardare e vivere la vita, perché tutto viene visto in rapporto a Dio e al suo Regno.Quello che Gesù afferma nelle beatitudini é quanto lui stesso vive; é lui il povero in spirito, l’ afflitto, il mite…e così le stesse beatitudini divengono sull’esempio del Maestro, paradigma di vita cristiana e modello di sequela del discepolo che guarda al suo Maestro. Le parole di Gesù diventano quindi medicina ai nostri mali, verità che guarisce il nostro cuore dalla menzogna prodotta in noi dal peccato. Queste parole non sono rivolte soltanto ai discepoli o ai più volenterosi, ma ad ogni uomo che cerca con tutto il cuore la verità. Vivere le beatitudini significa allora entrare nel cuore del mistero pasquale di Gesù per attraversarlo con lui e risorgere ad una vita nuova, vita totalmente trasfigurata dalla luce del Risorto. E’ quanto hanno fatto i santi, di cui oggi celebriamo la solennità. Uomini e donne di ogni epoca canonizzati e non dalla Chiesa, che si sono lasciati affascinare dalle beatitudini del Crocifisso/Risorto facendole diventare il sottofondo musicale della loro esistenza. Santa suor Faustina così scriveva nel Diario per esortare a vivere con coraggio e fiducia questo abbandono fiducioso: “O mio Gesù, come è facile santificarsi. Occorre soltanto un briciolo di buona volontà. Se Gesù scorge nell’anima questo briciolo di buona volontà si affretta a donarsi all’anima e nulla può impedirglielo, né gli errori, né le cadute; assolutamente niente. A Gesù preme aiutare quest’anima e se l’anima é fedele alla grazia di Dio, in pochissimo tempo l’anima può conseguire la più grande santità che una creatura possa raggiungere su questa terra. Dio è molto generoso e non rifiuta a nessuno la Sua grazia; dà più di quello che noi Gli chiediamo. La fedeltà nel dare esecuzione alle ispirazioni dello Spirito Santo, é la via più breve” ( Diario 291).
Concludiamo facendo nostre le parole di questa preghiera di Santa Faustina: “O Dio Unico nella S.S. Trinità! Desidero amarTi quanto ancora nessun’anima umana Ti ha amato. (…) Nonostante la mia grande miseria, non ho paura di nulla, ma ho fiducia di cantare eternamente l’inno della gloria. Nessun’ anima deve avere dubbi finchè vive, anche fosse la più miserabile. Ognuna può diventare una grande santa, poiché é grande la potenza della grazia di Dio (Diario 283).
fra Christian Vegna OFM
Faustinum, Milazzo (Me)